Momenti di trascurabile felicità
- Mind Out
- 21 mar 2019
- Tempo di lettura: 2 min
a cura di Giulia Leto

Regia: Daniele Luchetti Soggetto: Francesco Piccolo e Daniele Luchetti Sceneggiatura: Francesco Piccolo e Daniele Luchetti
Montaggio: Claudio di Mauro
Scenografia: Marta Maria Maffucci
Fotografia: Tommaso Fiorilli Cast: Pif (Paolo), Thony (Agata), Renato Carpentieri (impiegato del Paradiso), Angelica Alleruzzo e Francesco Giamanco (figli)
Paese: Italia
Anno: 2019
Durata: 93 min
Questa è la storia di Paolo, ingegnere, padre di famiglia, che fra le tentazioni che il fato gli pone dinanzi e l’egoismo che lo caratterizza, conduce una vita tranquilla, come quella di tutti noi. Convinto del suo irresistibile fascino e sprezzante del tempo che trascorre, sfida la propria esistenza quotidianamente fra tradimenti, noncuranza delle regole sociali e dei propri cari. Ma quanto potrà durare tutto questo? Molto poco. Il tempo di schiantarsi contro un furgone dopo essere passato, come sempre, con il rosso ed in un attimo si ritrova a fare i conti con il Paradiso, che da lassù non si è perso un secondo di tutti i fatti e misfatti. Ma per un errore di conteggio Paolo avrà la possibilità di tornare sulla Terra per un’ora e mezzo e poco più e terminare ciò che aveva lasciato incompiuto.

Una commedia amara, malinconica, che oscilla fra il reale e il trascendentale, facendoci riflettere su quello che più spaventa (e trascura) l’essere umano: il tempo. Il tutto coronato da una Palermo dai colori rosa, liberata dalle catene dei cliché che l’hanno ritratta per anni sempre e solo in un modo. La Palermo di “Momenti di trascurabile felicità” è, infatti, piena di vita, valori e sorrisi. Quella in cui si ritrovano le ombre del “Bar sport” di Stefano Benni ed in cui problema principale, questa volta seriamente, sembra essere “il traffico”. E le donne, non più baffute e dedite a fare l’uncinetto, diventano l’essenza della quotidianità, quel quid per cui sentirsi vivi. Un film che racconta le seconde possibilità che l’uomo può avere e dare a se stesso, i momenti che contano veramente e le parole che forse dovremmo dire di più, ricordandoci che infondo, non sono le grandi opere a dare forma all’esistenza, ma le piccole emozioni, apparentemente insensate.

Il protagonista, nonché la voce fuoricampo che ci accompagna in questa divertente seduta di analisi è quella di Pif, quel poliedrico regista, attore e scrittore che già ci aveva fatto riflettere con il suo inconfondibile modo, un po’ fuori dagli schemi, con “La mafia uccide solo d’estate”, nel 2013, che gli valse, tra gli altri premi, il David di Donatello. Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif), con quell’aria un po’ stralunata, ha infatti la caratteristica innata di farci sorridere ed al contempo di farci riflettere sul passato, presente e soprattutto sul futuro, con quella leggerezza positiva che non tutti posseggono. “Momenti di trascurabile felicità” è frutto di due romanzi (“Momenti di trascurabile felicità” e “Momenti di trascurabile infelicità”) e di Daniele Luchetti, di cui tutti ricorderanno, fra i tanti, “Mio fratello è figlio unico” e “La nostra vita”.
Insomma, una pellicola poetica che fa riflettere, pungente e tremendamente triste allo stesso tempo, figlia dell’ascendente di Nanni Moretti, che alla fine dei conti, ci ricorda quanto la frase di Camus “Considerato che tutti dobbiamo morire, ovviamente non ha alcuna importanza il quando e il come”, forse, non debba essere così tanto presa alla lettera.
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